Sandro Magister heeft dit interessant bericht:
Sull’ultimo numero di “Sì sì no no”, il periodico dei tradizionalisti estremi, compare un sorprendente osanna a una loro bestia nera, il cardinale Carlo Maria Martini.
L’occasione è un libro, “Le tenebre e la luce”, edito da Piemme, nel quale l’arcivescovo emerito di Milano pubblica un corso di esercizi spirituali da lui predicato a Gerusalemme nel giugno del 2007 sui capitoli della Passione nel Vangelo di Giovanni.
A proposito del sinedrio e della sua condanna di Gesù, Martini a un certo punto scrive:
“Ci troviamo davvero di fronte al crollo di una istituzione, una istituzione – notiamo – che avrebbe avuto il compito primario di riconoscere il Messia verificandone le prove. Sarebbe stato questo l’atto giuridico più alto di tutta la sua storia. Invece fallisce proprio lo scopo fondamentale […] in vista del quale era sorta”.
E prosegue:
“Si pone qui un problema gravissimo, quello della possibilità che un’istituzione religiosa decada: si leggono ancora i testi sacri, però non sono più compresi, non hanno più forza, accecano invece di illuminare. […] Le loro menti si sono accecate. Infatti lo spesso velo sino ad oggi rimane non rimosso quando leggono l’Antico Testamento, perché in Cristo soltanto esso si annulla. Anzi, fino ad oggi, quando si legge ad essi Mosé, un velo giace sopra il loro cuore”.
Veramente, prima che se ne fossero accorti quelli di “Sì sì no no”, queste tesi del cardinale Martini avevano fatto sobbalzare un osservatore ebreo, il professor Giorgio Israel. Su “Shalom”, la rivista della comunità israelitica di Roma, nel numero dello scorso novembre, Israel aveva scritto che Martini aveva compiuto “un salto logico sconcertante” decretando “la fine storica dell’ebraismo”, sostenendo che “il dono di Dio a Israele è stato revocato”, riproponendo “la teologia della sostituzione” e insomma “facendo fare un passo indietro persino rispetto alla Nostra Aetate”.
All’opposto, “Sì sì no no” scorge ora nel cardinale Martini un apprezzabile principio di ravvedimento rispetto alle sue precedenti posizioni “filogiudaizzanti”. Ed applaude a questo “inatteso sprazzo di luce”.
Ma di curioso c’è dell’altro. Sulle “menti accecate” e sul “velo sopra il cuore” hanno fatto leva le vibrate proteste di alcuni ebrei contro le formule in uso nella preghiera del Venerdì Santo secondo il rito antico liberalizzato da Benedetto XVI, preghiera in procinto di essere modificata. Ma proprio su tali concetti poggia l’argomentazione del cardinale…
Geen opmerkingen:
Een reactie posten